Ed eccone uno che mi è arrivato fra i ferrivecchi. E guardate dentro. Altro che polvere.
La cosa divertente è che una volta raddrizzata la spirale, che era storta, e la racchetta ha ripreso a funzionare...
Onestamente non mi sono sentito di dissezionarlo.
Come si vede, è un bell'oggettino, soprattutto di alta tecnica orologiera.
E non sto scherzando.
Questa è la piastra ponte, marcata come Timex Scotland (insomma, sono andati al risparmio). Guardate che robe, neppure l'ombra di un gioiello, neanche sul bilanciere. Ma davvero non ne ha bisogno affatto. Guardate i perni del bilanciere. Sono GROSSI. E quindi, anche se l'orologio cade, non si rompono. Facile.
Ora, un occhio alla platina e ai keyless works. Sono collegati con una soluzione ingegnosa alla ruota di carica e quindi al bariletto.
Insomma: questo coso è stato fermo in mezzo a sporcizia e polvere per trent'anni. E adesso va. Questo dovrebbe dirci qualcosa sulla rusticità dei movimenti Timex, che erano fatti per durare e per costare poco - e direi che mantenevano ampiamente entrambi gli obiettivi.
Oltre a questo, che è un movimento base-base, ce ne erano altri con secondi, giorno e data.
Davvero niente male per un orologio meccanico econimicissimo, che non sarà stato preciso, ma era davvero indistruttibile. E divertente, come quello che avevo mostrato qualche giorno fa.
Aloha.
