Questo curioso e bellissimo bestione incarna in pieno lo spirito dei magici anni 70, e della lotta, da parte delle case svizzere, contro la precisione dell'orologio al quarzo.
Una delle strade che veniva percorsa era proprio questa: ovvero, dei modelli con grande velocità del bilanciere, una delle caratteristiche principali del cronografo di punta dell'epoca, ovvero lo Zenith El Primero. Lotta sicuramente persa, e soluzione che imponeva una manutenzione costante per questi segnatempo, dato che la velòcità del bilanciere si accompagnava a un grande stress della meccanica e della lubrificazione.
Come da copione, segue lo stile che era diventato di moda: il luxury sport, con cassa in acciaio e bracciale integrato. Ulysse Nardin è una casa di nicchia, meno nota delle classiche Audemars Piguet e Patek Philippe, quindi pochi si ricordano di questo modello così particolare ed iconico.

Orologio automatico con certificazione cronometrica.

La sua caratteristica principale è il quadrante ovale, con cassa che si raccorda grazie a due unghie prominenti con un bracciale "di peso" che va a rastremarsi sensibilmente verso la fibbia.

Nonostante l'aspetto imponente, non è così spesso, e questo consente di non affaticare troppo il polso. È comunque un bel pezzo, che si fa sicuramente notare, e non può non attirare l'attenzione degli appassionati di segnatempo, soprattutto quelli che amano le linee particolari degli orologi del periodo Flower Power. Cassa satinata con una lucidatura dei profili obliqui, sia nella parte superiore che inferiore.

Il movimento è un ETA 2826 automatico, parente stretto del 2824, ma "spinto" a 36.000 alternanze e circa 40 ore di autonomia, e ben rifinito (quando ETA era ancora ETA, e produceva calibri di ottima manifattura). (foto da web). Notiamo il perlage sulla platina e le viti azzurrate.
