Dubai, dubai...

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franz_rivo
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Dubai, dubai...

#1 Messaggio da franz_rivo » mer nov 15, 2023 9:09 am

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Sono qui per la watch week. Ho scattato questa foto che rappresenta bene questa città.
Un rider che sfreccia su una strada riarsa dal sole per portare cibo a gente che vive in torri con aria condizionata h24, e neanche si cura di prendere un taxi per andarsela a mangiare dove viene cucinata.
E pensare che a qualcuno piace.
Scusate il francese, ma che posto del ca**o

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drauzdria
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Re: Dubai, dubai...

#2 Messaggio da drauzdria » mer nov 15, 2023 12:21 pm

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POSC
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Re: Dubai, dubai...

#3 Messaggio da POSC » mer nov 15, 2023 12:53 pm

Il pensiero brutto che mi attanaglia è che tutto il mondo sta andando in questa direzione. Nelle città e nelle cittadine italiche, per vari motivi, strade vuote e riders carichi. Esempio bizzarro e singolare ma inerente........ qualche anno fa sulla meravigliosa spiaggia di Waikiki eravamo solo in 3, io la coinquilina e Mitch Buchannon, tutti gli altri nelle mega piscine degli hotel :bdance: :drinkbuddy: :bdance: :drinkbuddy: :bdance: :drinkbuddy:
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Pakal
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Re: Dubai, dubai...

#4 Messaggio da Pakal » mer nov 22, 2023 6:09 am

drauzdria ha scritto:
mer nov 15, 2023 12:21 pm
Condivido in pieno.
+1
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Re: Dubai, dubai...

#5 Messaggio da franz_rivo » mar nov 28, 2023 9:07 pm

Una volta ritornato, parliamo non di Dubai, ma della Dubai Watch Week, lasciando da parte, in un universo sospeso e immateriale, tutto il resto.
E parlando di questo evento, c'è poco da dire.
Una kermesse fantasmagorica per il livello dei pezzi presentati e per le presenze, che davvero mettevano alla berlina anche le manifestazioni di Ginevra.
La cosa davvero interessante è che non si trattava di una "fiera" nel senso stretto del termine.
Si trattava piuttosto di un raduno che coinvolgeva la comunità degli appassionati di orologeria a un livello più ampio e profondo, mettendo insieme non solo la passione per gli orologi, ma anche una voglia (vera, non artificiale) di incontrarsi e sviluppare la propria conoscenza.
L'esibizione era infatti condita da un'impressionante quantità di dibattiti e seminari che parlavano dei più diversi aspetti dell'orologeria (sono riuscito a registrarmi a un paio, gli altri tutti esauriti).
L'anno prossimo, la DWW sarà itinerante, quindi aprirà da qualche altra parte. Chissà dove.
Intanto, godetevi qualche foto che racconta quello che ho visto.
Le prime foto ritraggono i premiati dello scorso GPHG.



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Re: Dubai, dubai...

#6 Messaggio da mad matt » mar nov 28, 2023 10:47 pm

Non fanno per me..

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franz_rivo
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Re: Dubai, dubai...

#7 Messaggio da franz_rivo » mer nov 29, 2023 3:32 pm

Mio articolo relativo alla manifestazione

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Una riflessione a proposito della Dubai Watch Week

Come è stato notato da molte testate, è impossibile catalogare la DWW come una normale fiera di orologi. Si tratta di un concept integrato e complesso, in cui gli orologi fungono da cardine, ma dove in realtà diventano strumento per comunicare il luxury. E soprattutto, integrare un concetto di comunità del luxury all’interno di uno spazio funzionale.

Che a dirlo così sembra incomprensibile, ma in realtà, vivendolo in prima persona, acquisiva un senso compiuto. Ma iniziamo dai fondamenti.

Il format di DWW

Per chi non c’è stato, la DWW è una exhibit biennale organizzata dal più grande distributore di marchi di orologeria del Medio Oriente, ovvero la Ahmed Seddiqui and Sons. Quest’anno è ritornata alla sua sede “storica”, ovvero a The Gate presso il Dubai International Financial Center (DIFC), proprio di fronte al Museo del Futuro (MOFT), dalla caratteristica forma ad anello. Una spianata raggiungibile attraverso una gradinata conduce al roof sovrastato dalla struttura di The Gate.

In questo spazio aperto, sono state realizzate una serie di strutture temporanee, composte da una galleria centrale, che ospitava la mostra dei vincitori del GPHG 2023 e i booth delle aziende più piccole, mentre all’esterno, distribuiti nello spazio, erano stati realizzati delle altre strutture chiuse dedicate a singole aziende o eventi (come la sala conferenze, dove avvenivano i talks).

Erano inoltre presenti all’interno del compound diverse altre componenti della filiera dell’orologio, a partire dalla formazione tecnica all’intermediazione – era presente un booth di Christie’s che forniva consulenza ed effettuava valutazioni – a uno spazio dedicate al fenomeno del vintage, e non mancavano attività educative per i bambini.

L’intero complesso era visitabile liberamente da parte del pubblico tramite registrazione ai due counter posti alle estremità dello spazio. Il concetto espositivo riprendeva, a tutti gli effetti, una specie di mall dell’orologeria, solo che si trattava, ovviamente, di showroom che non effettuavano vendite dirette – anche se durante gli incontri che abbiamo avuto con altri professionisti del settore che lavorano per brand che hanno partecipato direttamente all’evento, le aziende hanno mediamente ricevuto molti più ordini di quanto fossero pronte a soddisfare.

La selezione delle aziende partecipanti è stata sicuramente durissima, tanto che ogni singolo spazio era occupato, e che addirittura l’ufficio stampa è stato spostato all’esterno del compound per sfruttare ogni centimetro di superficie – e i risultati si sono visti. Il livello degli orologi esposti era assolutamente superlativo, e i numeri hanno dato ragione agli organizzatori: la manifestazione ha infatti visto la partecipazione di oltre 23,000 visitatori, oltre 60 brand coinvolti, e 20 lanci di nuovi orologi sul mercato.

L’integrazione sul territorio

La direttrice della kermesse, Hind Seddiqi, ha fatto un ottimo lavoro. Non solo perché è riuscita a creare un evento che sposta il baricentro, e a piena ragione, dell’attenzione rispetto all’orologeria mondiale, soprattutto in relazione alla situazione svizzera, ancora in piena evoluzione dopo la chiusura di BaselWorld e il debutto di Watches & Wonders. Ma anche perché ha suggerito ai brand partecipanti di espandere le loro iniziative sul territorio, portandole quindi a uscire dalla culla istituzionale del compound di The Gate e a proporre incontri mirati in altri luoghi dell’Emirato.

Una strategia di lungo termine, che tende a facilitare la diffusione e l’espansione della nicchia, portandola a integrarsi con altri aspetti afferenti allo stesso mercato, ovvero quello del luxury. E ancora più evidente dato il livello degli oratori che partecipavano ai talks, provenienti non solo dal settore dell’orologeria, ma anche da altri settori quali la moda, la gioielleria e l’automotive. Il tutto per permettere un trasferimento di valori, un cocooning per i visitatori HNWI e UHNWI che hanno affollato le strutture di questa piccola oasi temporanea del lusso.

Le tendenze del mercato

Una vetrina come quella rappresentata dalla DWW non può che essere un punto di vista perfetto per valutare i trend del momento, soprattutto – ovviamente – per il mercato di alta gamma. E quello che è emerso dalla nostra osservazione conferma una tendenza già individuata negli anni scorsi, che si sta rinforzando mese dopo mese, ovvero una evidente luxurification del settore.

Quando Gerald Genta aveva devastato il mercato del lusso in una singola notte, presentando il disegno di quello che sarebbe poi diventato il primo Royal Oak, non si sarebbe forse mai aspettato di avere avuto un impatto così fondamentale nel mondo dell’orologeria.

Da quel brusco cambiamento di rotta avvenuto nel 1970, l’orologeria moderna ha fatto dei notevoli passi avanti, soprattutto grazie – ironicamente – agli eredi del grande designer svizzero. Se da una parte è avvenuto un grande consolidamento delle Maison in gruppi del lusso, dall’altra, grazie al lavoro indefesso di professionisti come Vincent Calabrese e Sven Andersen, che hanno fondato la prestigiosa AHCI, si è ricreata la coscienza del watchmaker orologiero, che produce e firma personalmente i suoi prodotti. E questo ha originato una serie di piccoli produttori di alta, e spesso, altissima gamma, che stanno portando avanti la vera evoluzione e sperimentazione nell’orologeria contemporanea.

La maggior parte di questi piccoli, ma prestigiosi atelier, erano presenti alla DWW, dove hanno incontrato personalmente i loro clienti ed estimatori – e perché no – anche i critici, in un ambiente che favoriva lo scambio e il dialogo, basato appunto su valori comuni che sono quelli della passione per l’orologeria.

Due trend, dunque, erano molto evidenti, e spesso intervenivano, in modo differente, all’interno degli stessi segnatempo proposti in fiera, così come dalla selezione di orologi premiata durante il GPHG 2023:
- Luxurification/Artistry
- Technologization

Nel primo, troviamo orologi eseguiti con materiali sempre più nobili. Le casse diventano d’oro e di platino, o di altri metalli e materiali inconsueti e particolari, quali la ceramica, il vetro zaffiro e i materiali compositi. La ricerca sul materiale, portata all’estremo, è uno dei tratti fondamentali di questa sperimentazione continua, che unisce tecniche manuali derivanti dalla tradizione della decorazione orafa alle capacità incredibili derivanti dall’uso delle tecnologie moderne, quali i materiali di sintesi che riuniscono in un unico composto strutture impossibili da ottenere in natura.

La tendenza al ritorno all’orologio-gioiello è ben visibile, soprattutto per l’utilizzo di smalti, decorazioni, finiture e raffigurazioni. In questo campo, faceva scuola l’eleganza ricercata degli orologi di Van Cleef & Arpels, che univano una raffinata tecnica orologiera a una rappresentazione creativa della comunicazione delle informazioni fondamentali, quale ore e minuti, che spesso avviene attraverso animazioni, figure e automates tanto piccoli quanto sofisticati.

È importante notare che questa tendenza riguarda sia gli orologi femminili che quelli maschili, in ragione di un progressivo allontanamento dallo stereotipo ancestrale uomo/donna, e un progressivo passaggio verso forme di espressione personali molto più fluide e senza barriere di genere. Quindi, via libera a orologi che montano gemme e smalti, come fanno Piaget e Christian Dior, e all’esaltazione di un nuovo concetto di luxury a 360 gradi – cosa che incidentalmente riprende gli stili dell’orologeria di lusso di fine Ottocento e primi Novecento.

Dall’altra parte, possiamo notare orologi “naked” che, come le moto, amano mostrare i muscoli, esponendo allo sguardo dell’osservatore i propri meccanismi attraverso ampie superfici vetrate composte dai cristalli anteriore e posteriore e dalle casse in vetro zaffiro.

Lo stile di queste realizzazioni si divide però fra design più classici, derivanti dalle sperimentazioni di Lépine e di Breguet, che mettono in bella mostra dei calibri meticolosamente rifiniti secondo i principi della tradizione orologiera francese e svizzera – e basta vedere le produzioni di Jacob & Co e Ferdinand Berthoud per capire di cosa stiamo parlando, e altri che invece mostrano un volto ipertecnologico, con colori più industriali dove predominano i grigi e i neri, i materiali speciali quali il carbonio e il titanio, che ne esaltano l’aspetto post-industriale, come accade per esempio nei segnatempo di case quali Voutilainen, Aventi, HYT e Hautlence.

Abbiamo accennato prima alla tecnica, ed è comunque questa, aldilà del modo con cui la si presenta, la vera protagonista della kermesse rappresentata dalla DWW. Le complicazioni sono state sicuramente le grandi star della kermesse, con orologi che facevano a gara nella loro esibizione, e mettevano in mostra vere e proprie opere d’arte orologiera, spesso in modo assolutamente innovativo.

Non è un caso che gli orologi più attesi nell’esibizione fossero l’Architect di MB&F, un vero e proprio disco volante appoggiato al polso, e l’FP Journe FFC, con la mano guantata che riprende idealmente uno storico pezzo di orologio a tatto, il n° 660, disegnato da Breguet nel 1800, aggiungendo però la complicazione del movimento delle dita.

È quindi questa serie di automates e di affascinanti complicazioni che ha preso la scena al DWW 2023, e che crediamo, segnerà il percorso per la futura evoluzione degli orologi di lusso nel prossimo quinquennio. Secondo i programmi dell’organizzazione, nel 2024 la DWW dovrebbe diventare itinerante, proseguendo quanto è accaduto nel 2022 con New York, e attendiamo solo di sapere dove e quando avverrà per prenotare l’albergo.

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Re: Dubai, dubai...

#8 Messaggio da drauzdria » gio nov 30, 2023 6:52 am

Mio commento censurato: pecunia non olet.
Gente come noi non ha più bisogno di orologi ma di tempo.
Le emozioni sono tutto quello che abbiamo.
Il formaggio gratis si trova solo nelle trappole per topi.
Il problema dell'Italia sono gli italiani.

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Re: Dubai, dubai...

#9 Messaggio da chewie » gio nov 30, 2023 10:27 am

drauzdria ha scritto:
gio nov 30, 2023 6:52 am
Mio commento censurato: pecunia non olet.
Perché dovrei chiamare il mio alter ego a censurarti? Quoto, quotissimo!
Salvo appunto solo il Tudor, per il resto è difficilissimo decidere quale vinca...







































































...la gara al più orripilante! :mrgreen:
Il tempo è una convenzione che serve a semplificarci la vita (o a complicarcela, dopotutto è relativo, no?).
Di sicuro, nel nostro contesto, serve ad alleggerirci le tasche!

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Re: Dubai, dubai...

#10 Messaggio da Pakal » sab dic 16, 2023 3:46 pm

Peterman Bedàt e Laurent Ferrier mi piacciono assai.

Ming sempre top, gli altri troppo esercizio di stile/lusso sfrenato.

Il Pelagos non c'entra nulla e non mi entusiasma
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